L’isola è, a differenza delle vicine Ischia e Procida, di origine carsica.

Inizialmente era unita alla penisola sorrentina, salvo essere successivamente sommersa in parte dal mare e separata quindi dalla terraferma, dove oggi si trova lo stretto di Bocca Piccola.

Capri presenta una struttura morfologica complessa, con cime di media altezza (Monte Solaro 589 m e Monte Tiberio 334 m) e vasti altopiani interni, tra cui il principale è quello detto di “Anacapri“.

È al ventunesimo posto tra le isole italiane in ordine di grandezza.

La costa è frastagliata con numerose grotte e cale che si alternano a ripide scogliere.

Le grotte, nascoste sotto le scogliere, furono utilizzate in epoca romana come ninfei delle sontuose ville che vennero costruite qui durante l’Impero.

La più famosa è senza dubbio la Grotta Azzurra, in cui magici effetti luminosi furono descritti da moltissimi scrittori e poeti.

Caratteristici di Capri sono i celebri Faraglioni, tre piccoli isolotti rocciosi a poca distanza dalla riva che creano un  effetto scenografico e paesaggistico; ad essi sono stati attribuiti anche dei nomi per distinguerli: Faraglione di terra (o Saetta) per quello attaccato alla terraferma, Faraglione di Mezzo (o Stella) per quello frapposto agli altri due e Faraglione di Fuori (o Scopolo) per quello più lontano dall’isola.

L’isola conserva numerose specie animali e vegetali, alcune endemiche e rarissime, come la lucertola azzurra, che vive su uno dei tre Faraglioni.

La vegetazione è tipicamente mediterranea, con prevalenza di agavifichi d’India e ginestre.

A Capri non sono più presenti sorgenti d’acqua potabile ed il rifornimento idrico è garantito da condotte sottomarine provenienti dalla penisola sorrentina.

L’energia elettrica viene fornita da una società privata in loco.

I comuni in cui è suddivisa l’isola sono Capri e Anacapri.

Gli altri centri abitati più importanti sono le frazioni di Capri Marina Grande e Marina Piccola.

La Grotta Azzurra è una cavità carsica che si apre nel versante nord-occidentale dell’isola di Capri. Amministrativamente afferisce al comune di Anacapri, nella città metropolitana di Napoli.

Prestigioso ninfeo dell’età romana, dopo un lungo declino la grotta divenne conosciuta a partire dal 1826, quando fu visitata dall’artista tedesco August Kopisch.

La grotta Azzurra ha una apertura parzialmente sommersa dal mare, dalla quale filtra la luce esterna che – in questo modo – crea un’intensa tonalità blu di colore, che rappresenta la caratteristica peculiare dell’antro.

La colorazione blu della grotta è dovuta alla presenza della soglia sottomarina (che si apre esattamente sotto l’ingresso) attraverso cui penetra la luce.

La finestra subacquea agisce da filtrante, assorbendo i colori rossi e lasciando passare quelli blu. Curioso notare che, a causa del fenomeno della riflessione totale, la soglia non riesce ad illuminare l’antro se il mare è completamente calmo – quindi c’è bisogno di un movimento dell’acqua, per quanto questo possa essere minimo.[18]

Lo sfolgorio color argento degli oggetti immersi, invece, è riconducibile ad un altro fenomeno: sulla superficie dell’oggetto aderiscono diverse bolle d’aria che, avendo un indice di rifrazione differente da quello dell’acqua, lasciano uscire la luce.[18]

«Una volta entrati, si presenta l’immensa straordinaria grotta con la sua vòlta, e si può remare tutt’intorno, come sotto una cupola. La luce del sole, che vi può entrare soltanto attraverso l’apertura sotto l’acqua, si rifrange e si oscura attraverso l’acqua verde del mare e ne vengono fuori magiche apparizioni. Tutti gli alti scogli al crepuscolo sono azzurri e verdastri, quasi come al chiaro di luna; tuttavia si vedono chiaramente tutti gli angoli e le profondità; il mare è illuminato e rischiarato da una parte e dall’altra dalla luce del sole, così che la nera barchetta scivola sulla luminosa superficie; il colore è di un azzurro splendente, il più bello che abbia visto, senza ombre, senza oscurità, come una lastra del più limpido vetro smerigliato

faraglioni di Capri sono tre picchi rocciosi posizionati a sud-est dell’isola omonima, famosi in tutto il mondo  grazie alla suggestiva e storica panoramica offerta dai giardini di Augusto.

Queste sporgenze sono identificate con tre nomi distinti: il primo (unito alla terraferma) è il Faraglione di Terra; il secondo, separato dal primo dal mare, è quello di Mezzo; mentre il terzo, proteso verso il mare, è il Faraglione di Fuori. Quest’ultimo è molto noto poiché è l’unico habitat della famosa lucertola azzurra

I faraglioni sono:

  • faraglione di Terra (o Stella), che è l’unico ancora unito alla terraferma, è il più elevato con i suoi 109 metri.

  • faraglione di Mezzo (o Saetta), è quello in cui è presente la cavità al centro, una galleria naturale lunga 60 metri che lo attraversa per intero[4], raggiunge un’altezza di 81 metri. La denominazione forse è da attribuirsi a un culto della Madonna della Libera, anche conosciuta come Stella Maris, cui è stata dedicata una cappella trecentesca sul monte Castiglione.

  • faraglione di Fuori (o Scopolo), cioè promontorio sul mare, che raggiunge un’altezza di 104 metri. Proprio su quest’ultimo faraglione vive la famosissima lucertola azzurra.